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NOTE SULL’ORIGINE DELLA LEGALITA’
A cura di Donatella Ponterio - Psicologa
Noi ci rendiamo conto che siamo in piena emergenza emozionale. Questa emergenza è fortemente connessa al distacco affettivo che affligge la nostra vita, sin dai primi momenti di vita, dal primo legame della vita prenatale che è quello fondante, e dal quale bisogna necessariamente partire.
Bisogna insegnare dove nasce l’amore ed il rispetto prima di tutto NELLE SCUOLE.
Se ci troviamo di fronte a comportamenti di tipo aggressivo-violento episodico con soggetti caratterizzati da sentimenti di aggressività, impulsività, incapacità di postporre la gratificazione, e pieni rabbia ESPLOSIVA, siamo ancora una volta di fronte ad un fallimento di tipo educativo serio.
In una società così permissiva e consumistica - DI STAMPO MATERNO , dove la mancanza di regole e di educazione alla responsabilità (LA LEGGE PATERNA) sta creando problemi di legalità tragici, non possiamo non domandarci cosa è successo e cosa possiamo fare noi.
Ad esempio: l’appiccare un incendio è anche un atto di violenza nei confronti della natura che ci nutre. Senza alberi noi non respiriamo, la terra muore e l’ecosistema crolla.
L’uomo primitivo rispettava la Natura come Nutrice: oggi i nostri ragazzi non vedono più da dove arriva il cibo che trovano sul piatto o l’aria che respirano.
Tutto si compra al supermercato, anche l’aria fresca: perché invece di andare a fare una passeggiata in Sila andiamo nei centri commerciali per godere dell’aria condizionata.
A lungo andare questo crea un distacco profondo tra noi e la natura. Un distacco profondo che poi, come accade anche tra le persone, viene ristabilito attraverso atti violenti.
Chi devia dalla legalità invia in realtà una richiesta di contatto, per contrastare il DISTACCO EMOTIVO.
E’ questa la vera emergenza: la peste emozionale che porta le persone a cercare in maniera non sana un contatto con se stessi ed i propri sentimenti forti sotto il congelamento dell’amore e delle emozioni che la società moderna ci crea con i suoi ritmi veloci e stressanti, asserviti più all’ambizione che alla creatività.
Vige il regno del principio del piacere: se non ho quello che voglio, distruggo quello che hanno gli altri o mi vendico scaricando la mia rabbia ed il mio disagio in un bosco.
Perciò l’azione di prevenzione riguarda anche l’educazione all’amore di se e di ciò che ci nutre.
Nel nostro gruppo di lavoro abbiamo da tempo accolto la sfida di TRASFORMARE L’AGGRESSIVITA’ IN PASSIONE DI VIVERE.
Secondo la nostra visione, al fallimento dell’educazione precoce del rispetto dei valori e della vita è collegata anche il dilagare dell’illegalità.
Non è materialmente possibile possedere un senso della legalità senza avere un senso di sé, senza sapere cosa è il principio del piacere CHE GOVERNA QUESTA SOCIETA’per distinguerlo dal principio di realtà e di responsabilità personale e sociale.
Il processo di individuazione che porta ad avere un Io maturo, ad essere una persona “matura”, non passa solo attraverso la coscienza razionale, piuttosto segue un procedimento secondo il quale, solo partendo da un groviglio di pulsioni indistinte noi cominciamo a percepirci (se ci viene consentito di esprimerci nel giusto ambiente affettivo) e poi, SOLO MOLTO POI, noi ci conosciamo, ci capiamo, e quindi possiamo aspirare a governarci e a interagire in maniera costruttiva con gli altri.
Quando insegniamo ai bambini a vestirsi, a prendersi cura del loro corpo, dovremmo insegnargli a prendersi cura delle emozioni ad abbracciare e a parlare di sentimenti, a cercare il contatto e l’aiuto e spiegargli con l’esempio che amarsi ci protegge.
La società moderna crea modelli con i suoi ritmi veloci e consumistici che non contemplano LA PROTEZIONE DELL’INTIMITA’ e dei sentimenti stessi, dalle sale parto alle scuole.
Perciò, secondo la nostra visione, l’azione di prevenzione riguarda soprattutto l’educazione all’amore di sé e degli altri e di ciò che ci può “nutrire” veramente. E’ l’educazione PRECOCE sin dall’allattamento che aiuta a trasformare la rabbia e l’odio in PASSIONE DI VIVERE.
DOBBIAMO diventare NOI dei “luoghi protetti di affiliazione” per l’espressione della gamma infinita delle pulsioni e delle emozioni umane, ALTRIMENTI i nostri ragazzi dovranno per forza andare fuori a sperimentarle, nel bene e nel male. Perché devono conoscersi, devono crescere, devono poter dire che esistono, A VOLTE ANCHE a rischio della loro salute.
Ripeto, ci troviamo di fronte ad una emergenza ambientale, affettiva ed emotiva.
Il nostro appello educativo è chiaro: ALLE MADRI perché siano insegnanti dell’amore verso il corpo e verso la terra che è un corpo ed anche un dono di Dio, AI PADRI: perché scendano in campo ed educhino i figli, svolgendo il ruolo di costruttori di limiti , ma anche di TRASMETTITORI DI PASSIONE per le imprese conquistate con fatica e non volendo tutto e subito.
I nostri ragazzi devono conoscere il sottile “piacere “ del rischio perché devono mettersi alla prova, conoscere cosa è la paura, l’eccitazione e la seduzione della violenza e del fuoco della passione in un ambiente protetto e con il padre accanto, altrimenti tenteranno di farlo con altri mezzi e “sceglieranno altri padri”.
Infatti il mondo paterno è il mondo del rispetto della legalità: se non lo fanno i padri naturali altri padri sono poi necessari per fermare la distruttività: le forze dell’ordine, i giudici , gli ultimi padri - che fermano i nostri ragazzi – gli adulti di domani , quando noi non siamo stati capaci di farlo o non siamo stati aiutati a farlo.
Se non si interviene prima di tutto nelle agenzie educative, si arriverà ad un punto (non molto lontano in verità – almeno stando alla cronaca nera -) che saranno necessari interventi estremi e coercitivi, anziché PREVENTIVI, lasciando spazio alla terribile tentazione di utilizzare pericolosamente la repressione come intervento di reazione e protezione sociale.
Nell’anno 2009 sono previsti una serie di seminari nelle scuole sull’argomento, in collaborazione con la Fondazione “Paolo Ponterio” che si svolgeranno a Soverato e Catanzaro
www.fondazionepaoloponterio.org