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LE VIE DELLA DEPRESSIONE

Convegno Tenuto a Catanzaro ed Organizzato dalla

Associazione DONNE IN CAMMINO

Sintesi a cura del Presidente del Convegno

Donatella Ponterio, Psicologa e Presidente della

Associazione Donne In Cammino di Catanzaro



Una persona depressa ha paura, inconsciamente, di provare tristezza e dolore. L'appiattimento affettivo e la perdita di energia e di interesse, tipici della depressione, rappresentano una specifica modalità difensiva inconscia con la quale si evita di affrontare la tristezza e il dolore causati, come nella depressione reattiva, da eventi particolarmente significativi (la perdita di una persona cara, la perdita del lavoro, la separazione matrimoniale, ecc.).

Dietro la depressione quasi sempre si celano un basso livello di autostima, insicurezza e molta rabbia inespressa, ma soprattutto la paura di provare emozioni. Una delle possibili cause di tutto ciò, potrebbe essere stato un rapporto iperprotettivo attuato dai genitori, che ha impedito al bambino di imparare a provare un normale dolore, o normali perdite, e a reagire ad essi. Se non ha mai fatto queste esperienze e non impara mai a farvi fronte, il bambino crescerà senza saper sostenere una perdita o una sofferenza, incapace di “lutto”, escluso dal mondo e dai sentimenti; avrà invece un senso di vuoto e di mancanza e non sarà in grado di stabilire e mantenere dei legami emotivi reali con gli altri.

Manifestazioni depressive fanno parte della normale dinamica dello sviluppo. Negli anni, la presenza della sintomatologia depressiva in età evolutiva è stata sottostimata anche perché non sempre riconosciuta. Esistono delle peculiarità che rendono la depressione dei bambini e degli adolescenti spesso molto dissimili dalle analoghe forme sindromiche dell'adulto.

Alcune fasi evolutive implicano, inoltre, la comparsa fisiologica di manifestazioni depressive che non comportano la necessità di una presa in carico, ma che mettono, comunque, in discussione le dinamiche familiari.

Le sindromi depressive incidono pesantemente sullo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e possono comportare pesanti fardelli che impediscono l'armonica strutturazione della stessa personalità del soggetto condizionando, in modo pregnante, la loro stessa vita.

Oltre che naturalmente impattare negativamente sulla armonia globale della famiglia.

La depressione e le cure.

Nonostante le numerose ricerche scientifiche, le correnti teorie sulla disfunzione del circuito serotoninergico non spiegano sufficientemente l’origine della depressione.

In realtà, l’impiego diffuso dei farmaci risparmiatori di serotonina non ha modificato positivamente l’incidenza e la prevalenza della depressione ( circa il 50% dei pazienti trattati va incontro a recidiva).

Al contrario, la patologia è in costante aumento.

L’OMS ha stimato che nel 2030 si stabilirà al secondo posto dopo le patologie cardiovascolari, posizione che occupa già attualmente come causa di disabilità.

Nell’ultimo decennio è invece sempre più ampiamente accreditata e studiata l’origine infiammatoria della depressione.

Un alterato pattern di citochine pro-infiammatorie, quali IL1 – TNF – IL 6 è stato significativamente rilevato nei pazienti depressi, associato ad aumento di stress cellulare ossidativo, tipico dell’infiammazione.

Questi parametri sono stati confermati anche in studi sperimentali sugli animali.

A tale proposito è bene ricordare che fu proprio un ricercatore veterinario ( B.L. Hart ), che nel 1988 descrisse per primo la sickness behavior (ovvero un comportamento che porta alla malattia), come risposta di adattamento dell’animale a patologie infiammatorie.

Molti sono i fattori di vulnerabilità che possono predisporre alla depressione aumentando la risposta infiammatoria : fattori interni, per esempio le patologie infiammatorie croniche, il post partum e alcuni fattori esterni, quali gli stressors psicosociali, lavorativi, familiari.

L’attuale evidenza scientifica ha ormai scardinato l’idea della depressione come patologia psichiatrica, avendone ampiamente dimostrato le caratteristiche sistemiche, inquadrandola come una sindrome psico-fisica mai disgiunta dagli stili di vita (alimentari e fisici) e dai traumi della vita stessa.

Infatti alcune forme di depressione sono strettamente correlate con l’esposizione a stress cronico o stress acuto di particolare intensità ( lutto, incidente).

Differenze di Genere.

E’ stimato che essere donna espone ad un rischio doppio di depressione e probabilmente la diversa risposta allo stress nei due sessi rappresenta uno dei determinanti fondamentali per comprendere questa differenza epidemiologica.

Esiste una relazione tra i fattori ormonali ed il ruolo sociale come determinanti di risposta allo stress in parte diversa nelle donne e negli uomini e le ricadute sul sistema immunitario, sul sonno e, conseguentemente sull’umore.

Inoltre, lo stato depressivo determina frequentemente un alterato comportamento alimentare, anoressia o fame compulsiva, che a sua volta comporterà disfunzioni metaboliche; l’attenzione al rapporto con il cibo è una strategia terapeutica di fondamentale importanza.

L’alimentazione, soprattutto se associata ad una adeguata attività fisica, è uno dei cardini della cura degli stati depressivi perché l’assunzione regolare di alcuni cibi, ad esempio il pesce, il burro, gli acidi grassi a catena corta, in generale un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (Oggi non sono più criminalizzati i grassi, ma piuttosto gli zuccheri ed i carboidrati, perché concorrono ad aumentare l’infiammazione) e gli anti-ossidanti sono in grado di regolare in modo significativo i pattern infiammatori e lo stress ossidativo cellulare, e quindi anche la sindrome depressiva.

 

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